Il test del DNA
Possiamo immaginare il nostro DNA come una lunga catena formata dal legame tra molecole, chiamate nucleotidi, che si differenziano solo per la presenza di quattro molecole diverse – adenina, citosina, guanina e timina - che si ripetono alternativamente in una sequenza ben precisa. Tutte le istruzioni immagazzinate all’interno del genoma umano sono il risultato di differenti sequenze di queste quattro molecole.
Si parla di polimorfismo a singolo nucleotide quando due geni che dovrebbero essere teoricamente identici si differenziano invece soltanto per la sequenza di una di queste molecole. In pratica, oggi sappiamo che questi polimorfismi sono associati a un aumento del rischio di determinate malattie che provocano le patologie tipiche dell’invecchiamento.
E’ oggi possibile conoscere l’assetto genetico di ciascun individuo mediante il test del DNA e quindi contrastare gli effetti di certe predisposizioni genetiche correggendo lo stile di vita e in particolare l’alimentazione.
In base al risultato del test, sarà inoltre possibile individuare quegli integratori atti ad antagonizzare certe predisposizioni negative oltre a ottimizzare il funzionamento dei geni che regolano il processo di invecchiamento. In particolare, possono essere identificati i polimorfismi dei geni regolatori dei cinque processi chiave dell’invecchiamento (ossidazione, infiammazione, glicazione, metilazione, riparazione del DNA).
L’effettuazione del test del DNA è molto semplice: con un piccolo spazzolino, simile a quello per lavare i denti, si preleva un piccolo campione di mucosa dalla parte interna della guancia. Con lo sfregamento si riescono infatti a prelevare cellule che contengono il DNA, che verranno poi analizzate in laboratorio per studiare molti geni e in particolare quelli che regolano i cinque processi cellulari essenziali coinvolti nelle malattie degenerative correlate all’età.